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Tetto ventilato

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Regolamento

Le coperture ventilate devono essere progettate con riferimento alle norme tecniche, in particolare si possono citare: UNI 9460 Coperture discontinue - Schemi Funzionali e relative soluzioni conformi, UNI 8178 Coperture - Analisi degli elementi e strati funzionali.

Aspetti di sostenibilità

La copertura con elemento termoisolante e di ventilazione è quello che dal punto di vista termoigrometrico dà le migliori garanzie di buon funzionamento, lo strato di isolamento termico permette di raggiungere il valore richiesto di resistenza termica globale mentre lo strato di ventilazione contribuisce a regolare le caratteristiche igrotermiche della copertura.

Il tetto è l’unità tecnologica più importante rispetto al disperdimento energetico, in particolare per edifici in muratura fino a un numero limitato di piani, si tenga presente che un tetto, in assenza di ventilazione, contribuisce ai disperdimenti energetici per valori pari a circa il 65%, contro il 29% delle finestre e il 6% delle murature (studio a cura di Marco D’Orazio da MODULO n° 265 di Ottobre 2000).

Risulta particolarmente importante dotare la copertura dei requisiti necessari perchè si possa realizzare uno smorzamento dell’ampiezza e uno sfasamento temporale del picco dell’onda termica nel passaggio dagli strati esterni a quelli interni della copertura agendo sulla massa e sulle proprietà dei materiali. Lo sfalsamento e l’attenuazione dell’onda permettono agli utenti degli ambienti sotto copertura di avvertire il massimo del calore quando la temperatura dell’aria esterna non corrisponde più ai massimi giornalieri, mitigando l’effetto di trasmissione del calore.

Aspetti tecnici

Dal punto di vista tecnologico la copertura ventilata deve prevedere i seguenti elementi dall’interno verso l’esterno:

  1. struttura, particolare attenzione allo sfalsamento andrà osservata nel caso di coperture in legno;

  2. strato di tenuta al vapore, impedisce il passaggio di vapore d’acqua per controllare il fenomeno della condensa all’interno della copertura. Lo si adotta quando, in presenza di elemento termoisolante, si verificano le seguenti circostanze:

    • presenza sopra l’elemento termoisolante di strato di tenuta all’aria (quaina con compito anche di tenuta all’acqua);
    • presenza di vapore acqueo negli ambienti sottostanti ovvero adozione di elemento termoisolante sensibile all’umidità.

La barriera a vapore viene posta al disotto dell’elemento termoisolante, immediatamente sopra la struttura portante.

  1. elemento termoisolante, potrà essere del tipo a celle chiuse o a celle aperte, si consigliano isolanti massivi in caso di strutture leggere (per es. la fibra di legno).

4. strato di ventilazione: si ottiene mediante realizzazione di una intercapedine a spessore costante fra gli elementi di copertura e lo strato sottostante. Ha la funzione di contribuire al controllo delle caratteristiche igrotermiche della copertura attraverso ricambi d’aria. Viene adottato al fine di:

  • nella stagione calda: ridurre il calore sottostante l’elemento di manto attraverso l’attivazione di moti convettivi, rendendo confortevole l’abitabilità del sottotetto.
  • nella stagione fredda: evitare il ristagno dell’umidità sotto l’elemento di manto, con conseguenti condense che deteriorano il materiale isolante e le altre strutture della copertura.

È sempre localizzato al disotto dell’elemento di manto, (meglio se a contatto di esso), e al di sopra dell’elemento termoisolante.

  1. manto di copertura, con previste aperture di areazione in corrispondenza del colmo e della gronda.

Secondo la UNI 9460 la sezione di flusso per intercapedini efficaci nella riduzione del flusso termico in clima estivo, nel caso di pendenze usuali in Italia (30-35%) e lunghezza di falda usuali (fino a 7 m), è di almeno 550 cmq netti per ogni metro di larghezza della falda, al di sotto della listellatura nel caso in cui l’intercapedine è in comunicazione con la listellatura stessa. Tali prescrizioni devono essere rispettate anche quando si adotta un’intercapedine delimitata da due strati piani paralleli (doppio tavolato, pannelli, ecc.). Nel caso in cui non sia prioritaria l’esigenza di una efficacie ventilazione estiva, e in presenza di lunghi periodi con ambiente umido, possono essere adottate coperture che assicurano lo smaltimento di eventuale vapore d’acqua accumulatosi nella copertura sia in inverno che nelle stagioni intermedie, con uno spessore dell’intercapedine tale da assicurare una sezione libera di almeno 200 cmq. per metro di larghezza di falda. In queste circostanze è opportuno evitare il collegamento tra gli strati di falde orientati in modo opposto, onde ridurre gli effetti negativi dovuti al vento.

Nel caso di coperture in coppi posati su listelli, la naturale forma degli stessi assicura il soddisfacimento di tale requisito.

Deve essere assicurata sulla copertura una adeguata sezione di ingresso dell’aria in corrispondenza della linea di gronda e di uscita in corrispondenza del colmo. Tale sezione è ottenibile sia con fessure continue o discontinue, protette dall’ingresso di insetti e volatili, o aperture puntuali, limitando il più possibile l’ostruzione della sezione.

In corrispondenza del colmo deve essere assicurata la tenuta all’acqua e alla neve trascinata dal vento

Il corretto dimensionamento dello strato di ventilazione risulta essenziale per il buon funzionamento del sistema, infatti, da uno studio della circolazione naturale dell’aria in un sistema di copertura a falda - di B. Simionato, F. Favaro, prof. G. Zannoni da MODULO - n. 248 di febbraio 1999. a pag. 61: “Rispetto ad una falda priva di ventilazione si hanno i seguenti valori di abbattimento di calore trasmesso:

  • 4% con camera di altezza cm.0+4 di listello (microventilazione);
  • 22% con camera di altezza cm.4+4 di listello;
  • 28% con camera di altezza cm.7+4 di listello;
  • 37% con camera di altezza cm.10+4 di listello.

In qualsiasi tipo di copertura (isolata o no, ventilata o no), è necessario prevedere una microventilazione sottotegola per evitare persistenza di umidità, formazione di condensazioni e per prolungare la durata del sistema.

Tale microventilazione di minima è attuata posizionando le tegole su listellature di supporto e può essere incrementata con l’impiego di tegole munite di aeratore.


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Schema di tetto ventilato


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Particolare di un colmo di un tetto ventilato.


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Particolare di gronda per tetto ventilato, il canale di gronda può anche posizionarsi sotto lo strato di tenuta al vapore.