L’integrazione architettonica dei sistemi fotovoltaici consiste nel considerare gli elementi tecnologici propri di questa tecnologia (moduli e sistemi di cablaggio) come parti integranti del disegno dell’edificio su cui sono applicati. Ciò, realizzando un equilibrio tra funzionalità ed estetica degli elementi tecnologici e le corrispondenti caratteristiche dell’involucro edilizio. Una corretta integrazione architettonica è capace di ottimizzare la capacità di produzione del fotovoltaico, dovuta alle caratteristiche prestazionali ed all’orientamento dei moduli, senza compromettere, ed anzi spesso valorizzando l’estetica dell’edificio. “Le caratteristiche fisiche del modulo fotovoltaico - forma, dimensione, colore, eventuale trasparenza - possono diventare elementi di caratterizzazione dello spazio architettonico sia quando viene utilizzato come copertura, facciata o grande vetrata, sia quando è elemento di arredo urbano, per esempio un chiosco, una pensilina, una fermata dell’autobus, un lampione, ecc. In questi casi il fotovoltaico viene interpretato e utilizzato come vero materiale edilizio e diventa parte inscindibile della costruzione. Sostituisce un materiale da costruzione convenzionale, diventando un componente attivo dell’involucro edilizio in grado di contribuire positivamente alla performance energetica degli edifici”. (fonte Guida agli interventi validi ai fini del riconoscimento dell’integrazione architettonica del fotovoltaico – GSE Aprile 2009)
Esistono diverse modalità di integrazione architettonica dei sistemi fotovoltaici. Con riferimento al disposto del DM 16.02.2007 (MSE – MAmb) le varie tipologie di integrazione totale sono così articolate:
Esempi di installazione (Fonte GSE - Guida agli interventi validi ai fini del riconoscimento dell’integrazione architettonica del fotovoltaico – Aprile 2009)