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Parchi e giardini pubblici

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Regolamento punto 39

La letteratura intorno al tema dei Parchi e dei Giardini Pubblici è estremamente vasta. Allo scopo di fornire un quadro generale si farà riferimento a indicazioni generali sullo sviluppo di una cultura del paesaggio e dei giardini.

La Convenzione Europea del Paesaggio adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000 contiene i provvedimenti in tema di riconoscimento e tutela del Paesaggio che gli stati membri si impegnano ad applicare.

Nella Convenzione vengono definite le politiche, gli obiettivi, la salvaguardia e la gestione relativi al patrimonio paesaggistico, riconosciuta la sua importanza culturale, ambientale, sociale, storica quale componente del patrimonio europeo ed elemento fondamentale a garantire la qualità della vita delle popolazioni.

La Convenzione assume un ruolo fondamentale nel quadro del sistema normativo in quanto ridefinisce il significato del Paesaggio; Le indicazioni in essa contenute si applicano a tutto il territorio e riguardano gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. La Convenzione comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati.

L’articolo 1 della Convenzione contiene le definizioni:

  • Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
  • Politica del paesaggio” designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l’adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;
  • Obiettivo di qualità paesaggistica” designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita;
  • Salvaguardia dei paesaggi” indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano;
  • Gestione dei paesaggi” indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali;
  • Pianificazione dei paesaggi” indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.

Nella consapevolezza dell’organicità del tema, per semplicità si individuano diversi campi di applicazione di procedure e regolamenti:

  • i parchi naturalistici
  • i parchi e i giardini storici (interessati da vincoli monumentali)
  • i parchi e i giardini di vicinato (non interessati da vincoli monumentali)

Parchi naturalistici

I parchi naturalistici si dividono in aree protette e vincolate da una normativa sovraordinata quali Parchi Nazionali, Parchi Regionali, Aree Marine Protette, Riserve Statali, Riserve Regionali, Zone Umide etc. Tali zone hanno una propria specifica regolamentazione e aree verdi più o meno estese, presenti nelle aree urbane o ai loro margini, che svolgono una importante funzione ricreativa, igienica, ambientale e culturale. Per tali aree dovranno essere individuati nei diversi strumenti urbanistici:

  • gli usi del suolo ammessi (coltivazione agricola, coltivazione in serra, allevamenti etc.)
  • le attività comunque compatibili (strutture agrituristiche, impianti tecnologici, depositi etc.)
  • la disciplina della nuova edificazione ammessa
  • la disciplina del recupero e dell’eventuale trasformazione dell’edilizia esistente
  • la disciplina generale delle attività che non ricadono negli elenchi

Oltre ai vincoli di legge definiti dagli strumenti generali si segnala che le aree boschive sono sottoposte alla legge regionale della Regione Lazio L.R. 28 Ottobre 2002, n. 39 “Norme in materia di gestione delle risorse forestali” che riconosce il bosco come bene di rilevante interesse per la collettività.

Parchi e giardini storici

Si individuano come parchi e giardini storici tutte le aree verdi sulle quali è stato posto apposito vincolo in base all’art 10 del Decreto Legislativo del 29 ottobre 1999, n. 490 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali” ed all’ art. 10 comma 4 del D.lgs 22 gennaio 2004 n. 42.

Secondo la definizione della Carta di Firenze del 12 settembre 1981 il giardino storico (giardini di case, di palazzi, di ville; parchi; orti botanici; aree archeologiche; spazi verdi dei centri storici urbani ecc.) è un insieme polimaterico, progettato dall’uomo, realizzato in parte determinante con materiale vivente, che insiste su (e modifica) un territorio antropico, un contesto naturale. Esso, in quanto artefatto materiale, è un’opera d’arte e, come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio della intera collettività che ne fruisce.

Il giardino, al pari di ogni altra risorsa, costituisce un unicum, limitato, peribile, irripetibile, che ha un proprio processo di sviluppo, una propria storia (nascita, crescita, mutazione, degrado) che riflette la società e la cultura che l’hanno ideato, costruito, usato e che, comunque, sono entrate in relazione con esso.

In queste aree le attività progettuali saranno prevalentemente indirizzate alla tutela e alla manutenzione dei giardini, tuttavia proprio per le caratteristiche dei giardini tali attività dovranno essere svolte con particolare capacità di integrare le caratteristiche formali dei luoghi con le caratteristiche ambientali complessive dei luoghi in cui il giardino si inserisce e con una visione di strategia di sviluppo temporale molto attenta.

I parchi e i giardini di vicinato

All’interno di questa categoria ricadono tutte le aree verdi di proprietà comunale che non hanno particolari situazioni di vincolo legate alle loro caratteristiche storiche o monumentali.

A titolo esemplificativo si possono far ricadere in questa tipologia di spazi: parchi pubblici, ville comunali, verde di vicinato etc., e più in generale aree con preminente funzione ambientale e superficie prevalentemente a verde, ma con una struttura di percorsi e di aree pedonali ben sviluppata per garantire un grado di fruibilità alto e lo svolgimento di attività pubbliche con finalità sociali. In queste aree dovranno essere rispettate le norme sull’accessibilità contenute all’interno della normativa contenuta nel D.P.R. 503/96 e nel D.M. 236/89.

Nel processo di progettazione dovranno essere particolarmente approfonditi gli aspetti della durabilità e della facilità di manutenzione, dei materiali impiegati e di gestione degli spazi attraverso l’integrazione tra diversi attori che in questi spazi interagiscono.

La gestione può comprendere processi di integrazione di attività private (esercizi commerciali rivolti al pubblico quali bar, ristoranti, librerie, giornalai) che rendano gli spazi vitali e che collaborino agli aspetti di manutenzione della qualità ambientale dei luoghi.

Sarà cura dell’Amministrazione provvedere alla stesura di accordi che definiscano in maniera inequivocabile le caratteristiche prestazionali dei servizi offerti nei giardini pubblici e i limiti che tali attività dovranno rispettare.

Dovranno essere favorite tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini e di sviluppo del senso civico sia nella fase di progettazione e di individuazione delle caratteristiche che lo spazio dovrà avere per rispondere ai bisogni delle persone che in quelle di ordinaria gestione.

A titolo esemplificativo si può menzionare la creazione di: giardini condivisi, elementi di design dedicati (quali cestini per la raccolta differenziata o simili), strutture di interazione (padiglioni per attività di associazioni), aree ludiche e centri anziani. Tutte le attività dovranno partecipare alla costruzione di uno spazio pubblico unitario e pertanto (per quanto possibile) dovranno essere evitate separazioni e recinzioni.

Alberature e Piantumazioni

Per l’inserimento di aree inerbite e la messa a dimora di essenze arboree dovranno essere individuate prescrizioni specifiche all’interno di ciascuno strumento normativo e di indirizzo progettuale nel rispetto delle indicazioni generali fornite nel presente documento. Ciascun documento di indirizzo dovrà tener conto delle caratteristiche climatiche, geologiche e ambientali in cui si interviene.

In generale si possono individuare i seguenti criteri per la realizzazione di aree verdi nel territorio comunale:

  • Aree inerbite: dovranno essere indicate le superfici minime del manto erboso e i relativi miscugli che comporranno il tappeto erboso. Qualora il tappeto erboso sia realizzato al di sopra di aree artificiali (e quindi non permeabili) dovrà essere indicato lo spessore minimo del terreno franco di coltivazione al netto degli spessori necessari per il filtraggio e il drenaggio delle acque.
  • Alberature: i progetti che prevedano l’inserimento di nuove alberature o di piantumazioni significative dovranno essere corredati da specifica relazione agronomica con schedatura delle piante proposte che dovrà indicare: dimensioni del fusto delle nuove alberature, eventuale relazione con alberature esistenti, eventuali incompatibilità ambientali (essenze tossiche, allergeniche etc.), cicli di potature, innaffiamento e criticità degli aspetti di manutenzione. Particolare attenzione dovrà essere posta agli aspetti che favoriscano il mantenimento della biodiversità negli ambienti urbani. La relazione agronomica dovrà inoltre essere corredata da indicazioni sulle modalità tecniche di espianti, reimpianti eventuali abbattimenti e tutto quanto necessario ad individuare vantaggi e criticità degli interventi.
  • Impianti: il progetto delle aree verdi dovrà prevedere specifiche aree servite da impianti di irrigazione con opportuni impianti a scomparsa che non interferiscano quindi con le attività possibili. Qualora tali impianti non siano previsti per tute le aree progettate la relazione agronomica dovrà fornire adeguata motivazione.

A livello nazionale la normativa di riferimento si limita per ora a un disegno di legge che punta a promuovere l’ampliamento degli spazi di verde urbano e la “cultura del verde” e che prevede interventi specifici quali:

  • l’istituzione della “Giornata nazionale degli alberi” che vede la collaborazione di scuole e istituzioni per sviluppare una cultura del verde attraverso iniziative pubbliche;
  • l’obbligo di piantare un albero per ogni nato modificando la normativa vigente e rendendola più cogente per i sindaci.
  • l’ipotesi di esenzione dalla TOSAP (Tassa occupazione suolo pubblico) per le aiuole realizzate o da realizzare in spazi adiacenti i pubblici esercizi.

Infine il decreto interviene sulla legge che disciplina i contratti di sponsorizzazione per le amministrazioni pubbliche facendo rientrare fra le iniziative che possono essere sponsorizzate quelle finalizzate a favorire l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica dall’atmosfera tramite l’incremento e la valorizzazione del patrimonio arboreo delle città.

Il Piano del Verde

Esiste una Proposta di norma per l’introduzione del piano del verde nei piani urbanistici comunali. In attesa che tale normativa divenga effettivamente prescrittiva diversi comuni italiani hanno iniziato a dotarsi dello strumento del “Piano del verde” quale strumento che consente di determinare un programma organico di interventi per quanto concerne lo sviluppo quantitativo e qualitativo del Verde Urbano, oltre che la sua manutenzione e gestione, in relazione agli obiettivi e alle esigenze specifici dell’area urbana. Il Piano secondo la proposta comprende i seguenti elaborati:

  1. un censimento del verde, contenente una rilevazione ed un’analisi di dettaglio sulle caratteristiche del verde privato e pubblico delle aree urbane e periurbane, con identificazione delle principali specie utilizzate, delle principali tipologie dispositive, corredato di carta di rilievo del verde urbano, in cui siano riportate le principali rilevazioni tipologiche;
  2. un regolamento del verde, che dovrà contenere norme sulla progettazione, l’attuazione, la manutenzione del verde, descrivendo le modalità di realizzazione delle nuove realizzazioni pubbliche e private, e comprerà un elenco generale delle specie e delle tipologie dispositive suggerite per le diverse funzioni ornamentali (strade, parchi, giardini pubblici, ecc.) e per i diversi soggetti fruitori; il regolamento conterrà inoltre indicazioni relative a situazioni particolari, come interventi di ingegneria naturalistica in aree degradate, difesa della vegetazione in aree di cantiere, difesa del suolo in aree urbane, ecc. per la scelta delle essenze migliori si dovrà fare ricorso a specialisti di settore;
  3. un piano degli interventi sul verde pubblico, che pianifichi le modalità di attuazione degli interventi di estensione del verde pubblico;
  4. un piano generale delle manutenzioni del verde pubblico, che dettagli le modalità di esecuzione degli interventi manutentivi e ne programmi l’effettuazione;
  5. un piano generale di programmazione del verde, che permetta la pianificazione della spesa e degli interventi di estensione e manutenzione nel breve, medio e lungo periodo;
  6. un piano di promozione del verde, che programmi interventi di valorizzazione culturale, di promozione della cultura e del rispetto del verde presso i cittadini.

Il manuale per tecnici del verde urbano elaborato dal Comune di Torino individua una utile classificazione dei tipi di verde e delle funzioni da questo svolte nei contesti urbani e non. La classificazione individua:

  1. funzione ecologico-ambientale: il verde, anche all’interno delle aree urbane, costituisce un fondamentale elemento di presenza ecologica ed ambientale, che contribuisce in modo sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell’uomo. Fra l’altro la presenza del verde contribuisce a regolare gli effetti del microclima cittadino attraverso l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento” naturale dell’aria.
  2. funzione sanitaria: In certe aree urbane, in particolare vicino agli ospedali, la presenza del verde contribuisce alla creazione di un ambiente che può favorire la convalescenza dei degenti, sia per la presenza di essenze aromatiche e balsamiche, sia per l’effetto di mitigazione del microclima, sia anche per l’effetto psicologico prodotto dalla vista riposante di un’area verde ben curata.
  3. funzione protettiva: il verde può fornire un importante effetto di protezione e di tutela del territorio in aree degradate o sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone con pericolo di frana, ecc), e viceversa la sua rimozione può in certi casi produrre effetti sensibili di degrado e dissesto territoriale.
  4. funzione sociale e ricreativa: la presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate o comunque dotate di arredo verde consente di soddisfare un’importante esigenza ricreativa e sociale e di fornire un fondamentale servizio alla collettività, rendendo più vivibile e a dimensione degli uomini e delle famiglie una città. Inoltre la gestione del verde può consentire la formazione di professionalità specifiche e favorire la formazione di posti di lavoro.
  5. funzione igienica: le aree verdi svolgono una importante funzione psicologica ed umorale per le persone che ne fruiscono, contribuendo al benessere psicologico ed all’equilibrio mentale.
  6. funzione culturale e didattica: la presenza del verde costituisce un elemento di grande importanza dal punto di vista culturale, sia perché può favorire la conoscenza della botanica e più in generale delle scienze naturali e dell’ambiente presso i cittadini, sia anche per l’importante funzione didattica (in particolare del verde scolastico) per le nuove generazioni. Inoltre i parchi e i giardini storici, così come gli esemplari vegetali di maggiore età o dimensione, costituiscono dei veri e propri monumenti naturali, la cui conservazione e tutela rientrano fra gli obiettivi culturali del nostro consesso sociale.
  7. funzione estetico-architettonica: anche la funzione estetico-architettonica è rilevante, considerato che la presenza del verde migliora decisamente il paesaggio urbano e rende più gradevole la permanenza in città, per cui diventa fondamentale favorire un’integrazione fra elementi architettonici e verde nell’ambito della progettazione dell’arredo urbano.

È anche auspicabile la creazione di “Osservatori del verde” con la finalità di monitorare e osservare il paesaggio e soprattutto la relazione tra il sistema generale e il verde di scala urbana che interessa le popolazioni che abitano i quartieri, i comuni, le frazioni (si veda a titolo esemplificativo l’osservatorio del verde della Provincia di Pistoia). Il campo di applicazione dei compiti di un Osservatorio è relativo al verde urbano e alle relazioni che questo instaura con la società civile e produttiva, ma congiuntamente sono prese in esame quelle problematiche che interessano il territorio aperto e si correlano in chiave di “sviluppo del territorio” e di “conservazione delle valenze paesaggistiche”, come le forme di agricoltura tradizionale e le aree agricole urbane.

L’osservatorio si occuperebbe di:

  • monitorare lo sviluppo del verde urbano alla scala del singolo Comune in coordinamento con i comuni limitrofi attraverso la redazione di un piano del verde intercomunale, finalizzato a promuovere un coordinamento tecnico in materia di verde urbano, e alla formazione di un sistema organico di spazi verdi nelle aree urbane della pianura e della collina; su questa linea d’azione s’inserisce attività di studio e di ricerca sui tipi di spazi verdi utili per la riqualificazione urbana, per la valorizzazione del verde spontaneo, degli spazi incolti e degli orti urbani, forme di verde territoriale da inserire nel sistema del verde urbano; promuovere la cultura del progetto del verde , attraverso la promozione d’interventi pilota e la definizione di modelli d’impianti di verde;
  • contribuire alla diffusione della “cultura del verde urbano”, sviluppando progetti legati alle funzioni sociali ed educative ad esso attribuibili, e della tutela e conservazione dei giardini storici;
  • incentivare lo sviluppo di una mobilità legata alla valorizzazione del territorio e alla riduzione dei mezzi a motore , attraverso la redazione di progetti per la sentieristica pedonale e ciclabile. L’osservatorio infatti potrebbe coordinare lo sviluppo intercomunale di una rete che sia in grado di superare le diverse barriere frapposte sul territorio, una rete attrezzata e multifunzionale che si ricolleghi ai concetti e alle esperienze relative alle greenways o strade del paesaggio, e seguendo la “strada” percorsa da comprensori simili in Europa;
  • collaborare alla valorizzazione e alla conservazione dei territori rurali e in particolare delle aree agricole marginali, attraverso l’individuazione di azioni di conservazione delle emergenze vegetazionali a boscaglie o fasce boscate o siepi naturalistiche o spazio incolto, che rientrano nella categoria verde territoriale e che presentano valenze importanti dal punto di vista ecologico ambientale e ornamentale, da affiancare alla conservazione delle tradizioni orticole e frutticole provinciali; in tal senso rientra l’iniziativa di studio verso una formula di parco agricolo diffuso per il comparto territoriale in esame nonché il monitoraggio sulle architetture tradizionali rurali del territorio (ad esempio terrazzamenti, territori agricoli, paesaggi rurali) e l’incentivare forme di valorizzazione e d’intervento compatibili con le finalità perseguite (ad esempio orti rurali collettivi). Il regolamento edilizio potrà introdurre norme per favorire agricoltori, Enti locali, Enti Parco e Istituzioni scientifiche, che intendano coltivare, moltiplicare e selezionare le varietà di piante e le razze locali di interesse culturale, scientifico ed economico al fine di impedirne l’estinzione. Nella Regione Lazio tali attività potranno essere svolte in collaborazione con l’Agenzia Regionale di Sviluppo e Innovazione Agricola del Lazio (ARSIAL);
  • collaborare alle operazioni di pianificazione e programmazione tecnica ed economica della gestione del verde urbano, nonché promuovere e coordinare formule di partenariato tra i comuni per la copertura dei servizi di manutenzione e realizzazione del verde urbano (piani di servizi intercomunali).