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Sedi stradali

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Regolamento punto 36

L’interazione tra spazi pubblici e sedi stradali si articola introno a tre capitoli fondamentali:

  • la presenza di aree verdi collegati alle infrastrutture (viali alberati, rotatorie, interventi di mitigazione ambientale)
  • la presenza di percorsi pedonali e ciclopedonali lungo le infrastrutture
  • lo sviluppo di isole ambientali che prevedano nuove modalità di interazione tra pedoni e infrastrutture viarie.

Aree verdi

La presenza di aree verdi collegate a infrastrutture viarie è spesso limitata alla presenza di spazi interclusi dalla viabilità carrabile: rotatorie, aiuole, spartitraffico e aree derivanti dalla progettazione di infrastrutture carrabili, in cui emerge la funzione di arredo verde e di compensazione ambientale. Si tratta di aree con grado di fruibilità pedonale pressoché nullo.

Si raccomanda l’utilizzo di siepi e arbusti dalle caratteristiche ben definite quali ad esempio:

  • resistenza meccanica agli agenti atmosferici avversi;
  • resistenza ai diversi inquinanti atmosferici;
  • sviluppo di chiome con capacità di ridurre il rumore;
  • capacita di ridurre la carica batterica dell’aria;
  • ridotte esigenze di manutenzione e forte resistenza alle malattie.

Spesso nei tessuti consolidati esistono viali alberati che sono spesso intimamente connessi alla storia delle città e costituiscono, dunque, un patrimonio da salvaguardare. In molti casi si rende necessaria la sostituzione degli individui presenti, per ragioni derivanti da cattive condizioni fitosanitarie delle piante e per la sicurezza pubblica.

Particolare attenzione viene riposta nell’arredo delle rotatorie di ingresso ai centri urbani. L’utilizzo delle rotatorie stradali contribuisce a:

  • fluidificare il traffico contribuendo al mantenimento di velocità costanti;
  • ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture stradali mitigando gli effetti attraverso l’inserimento di vegetazione e suoli permeabili;
  • segnalare l’ingresso ai centri abitati attraverso composizioni di valore estetico e decorativo.

Il dimensionamento delle rotatorie stradali è regolato dal nuovo Codice della Strada, art. 217 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione e dall’articolo 4.5.1 del DM 19-4-2006 che definisce le tipologie di Intersezioni a rotatoria dividendole in:

  • rotatorie convenzionali con diametro esterno compreso tra 40 e 50 mt;
  • rotatorie compatte con diametro esterno compreso tra 25 e 40 mt;
  • mini rotatorie con diametro esterno compreso tra 14 e 25 mt.

Per tutte le altre questioni si rimanda alle specifiche problematiche normate dal Codice.

Per quanto attiene l’arredo delle rotatorie non esistono prescrizioni normative specifiche. [1] Particolare attenzione dovrà essere posta al posizionamento degli attraversamenti pedonali, alla protezione dei percorsi pedonali, all’illuminazione e alla raccolta delle acque meteoriche.


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Una rotatoria stradale con terminal del Tram a Torino (progetto 2a+p)


Un tema fondamentale per integrare maggiormente le infrastrutture nell’ambiente riguarda la gestione delle acque meteoriche (vedi paragrafo specifico di queste Linee Guida). Attraverso lo sviluppo di metodologie per la creazione di aree che collaborino ad aumentarne il livello di sostenibilità ambientale.

Visto il livello di inquinamento delle acque recuperate dalla strada o dai piazzali di parcheggio l’utilizzo di modalità di recupero delle acque deve essere accompagnato da opportune considerazioni riguardo la vicinanza di bacini di acqua potabile e in generale riguardo le interferenze con l’ambiente circostante.

Opportunamente studiati tali interventi di mitigazione infatti possono garantire una importante compensazione in funzione degli equilibri ambientali delle aree attraversate da infrastrutture anche di notevole impatto.

Tali sperimentazioni pertanto potranno essere eventualmente introdotte all’interno di progetti pilota. In particolare si segnala la possibilità di introdurre aree di infiltrazione di acque mediante la realizzazione di:

  • fossi o cunette lungo il percorso stradale;
  • bacini di infiltrazione;
  • bacini di ritenzione e infiltrazione;
  • trincee di infiltrazione;
  • pozzi perdenti.

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Sezione tipo di una cunetta di infiltrazione (fonte: Linee guida per la gestione sostenibile delle acque meteoriche della Provincia di Bolzano)


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Sezione tipo di un pozzo perdente (fonte: Linee guida per la gestione sostenibile delle acque meteoriche della Provincia di Bolzano)


Prima dell’infiltrazione, o prima dell’immissione in acque superficiali, le acque meteoriche vanno sottoposte ad un eventuale pretrattamento in relazione al grado d’inquinamento. Le acque meteoriche vengono depurate principalmente tramite pretrattamenti fisici (deposito e decantazione di sostanze inquinanti pesanti, pretrattamento di olii e benzine etc.), biologici (fitodepurazione) o combinati.


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Un’area di recupero delle acque meteoriche lungo la ferrovia ad alta velocità Torino Milano


In alcuni casi tali aree di recupero delle acque vengono realizzate come veri e propri giardini denominati “rain gardens”. Si tratta di aree opportunamente progettate per il recupero e la depurazione delle acque meteoriche al fine di renderle riutilizzabili per usi compatibili (irrigazione, pulizia in ambiente urbano, alimentazione reti antincendio etc.).


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Un rain garden lungo una strada urbana: realizzazione e sezione tipo con evidenziata la tubatura di infiltrazione delle acque.


I rain gardens sono piccoli spazi che contribuiscono, attraverso l’uso di piantumazioni specifiche, al miglioramento dell’inquinamento delle acque urbane, in quanto riescono a filtrare gli inquinanti (benzina, oli, idrocarburi, metalli pesanti) spesso presenti sulle superfici a parcheggio, migliorando la qualità dell’acqua che ritorna alla falda.

Piste ciclabili

Le piste ciclabili sono percorsi dedicati alla mobilità ciclistica codificati dal decreto ministeriale 30 novembre 1999 n. 557. Un itinerario o percorso ciclabile è un tracciato su corsia riservata o in promiscuo in corsie carrabili che garantisca sufficienti gradi di sicurezza per poter essere proposto a ciclisti anche amatoriali o del tempo libero.

Gli itinerari ciclabili, posti all’interno del centro abitato o di collegamento con i centri abitati limitrofi, possono comprendere le seguenti tipologie riportate in ordine decrescente rispetto alla sicurezza che le stesse offrono per l’utenza ciclistica:

  • piste ciclabili in sede propria;
  • piste ciclabili su corsia riservata;
  • percorsi promiscui pedonali e ciclabili;
  • percorsi promiscui ciclabili e veicolari.

Le finalità ed i criteri da considerare a livello generale di pianificazione e dettagliato di progettazione, nella definizione di un itinerario ciclabile sono:

  • favorire e promuovere un elevato grado di mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all’uso dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei collegamenti con il territorio contermine, che si ritiene possa raggiungersi delle località interessate, con preminente riferimento alla mobilità lavorativa, scolastica e turistica;
  • puntare all’attrattività, alla continuità ed alla riconoscibilità dell’itinerario ciclabile, privilegiando i percorsi più brevi, diretti e sicuri secondo i risultati di indagini sull’origine e la destinazione dell’utenza ciclistica;

La legge n. 366/1998 ha posto l’obbligo per gli Enti proprietari delle strade di realizzare piste e percorsi ciclabili adiacenti sia a strade di nuova costruzione sia a strade oggetto di manutenzione straordinaria. Ciò, salvo comprovati problemi di sicurezza.

È auspicato lo sviluppo di piani intercomunali di ciclabilità per creare effettive reti di spostamento alternativo e non solo una rete dedicata al turismo o al tempo libero.

Nel caso in cui i percorsi separati e protetti non possano essere previsti e realizzati è necessario identificare la viabilità esistente dove la velocità dei flussi di traffico sia prevista e regolamentata attraverso apposite azioni di moderazione del traffico.

La moderazione del traffico, oltre a ridurre la velocità dei veicoli, ha la finalità di aumentare la convivenza tra pedoni, ciclisti e autoveicoli garantendo situazioni di sicurezza stradale per tutti. Laddove non sia possibile reperire aree e si debba utilizzare i tracciati stradali esistente con velocità superiore ai 50 km/h si dovrà prevedere la separazione fisica tra le carreggiate e la pista ciclabile che sarà del tipo “separata e protetta”.

Lungo i percorsi ciclabili è opportuno prevedere oltre la segnaletica stradale anche una cartellonistica che permetta l’orientamento all’interno del territorio.

Tutte le indicazioni normative, tecniche e costruttive sono contenute nel Codice della Strada e nei documenti congiunti Fiab onlus e Ministero dei Trasporti.


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Il nuovo percorso ciclopedonale sul Tejo a Lisbona con un interessante trattamento grafico superficiale


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La pista ciclabile di Sanremo, il recupero di un tracciato dismesso lungo la costa


Percorsi pedonali e isole ambientali

Gli spazi pedonali hanno diverse caratteristiche in relazione alle possibili interferenze con il traffico veicolare. Si potranno suddividere in:

  • spazi esclusivamente pedonali (strade e piazze dei centri storici inaccessibili alle auto per caratteristiche morfologiche e/o orografiche);
  • spazi prevalentemente pedonali (strade e piazze con traffico veicolare occasionale/eccezionale, per esempio mezzi di soccorso o mezzi per approvvigionamento merci);
  • spazi promiscui (con presenza di traffico veicolare regolato, per esempio limitato ai residenti);
  • spazi a forte interferenza con aree carrabili poco interessate da traffici (marciapiedi in aree residenziali periferiche);
  • spazi pedonali a forte interferenza con aree carrabili molto interessate da traffici (marciapiedi su strade a forte percorrenza automobilistica).

Lungo le infrastrutture stradali particolare attenzione dovrà essere posta alla realizzazione di percorsi pedonali sicuri e di dimensioni adeguate alla localizzazione rispetto al centro abitato. In particolare in ambienti caratterizzati dalla presenza di aree residenziali la dimensione trasversale dovrà essere tale da permettere una agevole percorrenza e pertanto dovrà essere incrementata rispetto ai minimi di legge e dovrà essere libera da ostacoli quali arredi, elementi di illuminazione o altri elementi che ne riducano la dimensione.


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Isole ambientali, un nuovo modo di vivere la strada. Fonte: Comune di Trento – Servizio Reti. Progetto Isole Ambientali.


Nel caso del sistema degli spazi pubblici il tema dell’interazione riguarda soprattutto la normale e quotidiana convivenza tra persone, veicoli a motore, altri utenti degli spazi aperti. A tale scopo si dovranno prevedere forme di continuità degli spazi finalizzate a tutelare pedoni e ciclisti realizzando forme di dissuasione del mirate a fluidificare lo scorrimento delle auto e a limitarne la velocità. Negli ultimi anni, ad esempio, il Ministero dei LL.PP. Ha introdotto nuove norme per la regolazione del traffico che permettono di realizzare Isole Ambientali in cui convivono auto e pedoni che, ove possibile, si riappropriano della strada come luogo pubblico e di gioco.

Si tratta principalmente di interventi finalizzati alla riduzione della velocità di attraversamento e di immissione dei veicoli sulla rete locale e alla messa in sicurezza dei percorsi/attraversamenti pedonali.

Nella realizzazione delle isole ambientali particolare attenzione sarà data alla scelta dei materiali cercando la massima integrazione tra le parti: complanarità attraversamenti/percorsi, continuità cromatica, integrazione degli arredi nel disegno complessivo.

Note

[1]

Riferimenti normativi specifici sulla leggibilità ed il riconoscimento dell’intersezione a rotatoria si ritrovano in recenti disposizioni in Svizzera e i Francia quali:

  • Normativa Tecnica Svizzera SN640263, “Carrefour giratoires”, VSS, Zurich 2000.
  • Normativa Francese CERTU, “Guide carrefours urbains”, Bagneux 1999.